Loving People Through Food

La signorina Pici e Castagne

Dec 272020
 

Bentornati. Bentrovati. Se guardate l’ ultimo post, bè, sono passati anni.. il blog non è stato presente online ma lo siamo stati tutti, io e voi sui vari canali social nei quali abbiamo continuato ad interagire e se oggi Pici e Castagne fa il suo ritorno online è solo merito vostro.
Voi che in tutti questi anni non vi siete dimenticati, che avete continuato a cucinare le ricette che vi erano rimaste nel cuore, quelle che ogni anno e ad ogni occasione mi avete inviato perché ormai fanno parte della vostra tradizione, voi che mi avete chiesto consigli e ricette perché quelle che ricordavate non erano più online.
Ed io ho pensato, ho pensato, non sapete quante volte ho pensato in questi anni di tornare online e mettervi a disposizione tutte le ricette, i consigli, le foto che avete e che ho tanto amato. Ci siamo. Sono tutte qui, per voi e per me.
Perché se ricordate questo blog è nato proprio con l’ intenzione di costruire un ricettario facilmente consultabile di quelle che sono le mie ricette di famiglia e qualche sperimentazione.

Cosa ho fatto in questi anni? A parte stravolgere la mia vita famigliare, mi sono dedicata ad un’ altra passione che ho ereditato da mia nonna: il cucito sartoriale.
Ho aperto un piccolo shop, The Dancing Dot  ed ho cambiato il mio nickname su Instagram (ed ancora mi domando se sia stata una buona idea..per tutti quelli che mi conoscevano come Pici e Castagne non ritrovarmi più così ha sicuramente generato una gran confusione all’ inizio).
Al momento The Dancing Dot  resta l’ attività principale (ma conto di tornare qui di tanto in tanto), adoro cucire, creare abiti per donna e bambino e da poco ho lanciato un mio progetto:”Abito Componibile ”.
Scrivevo su Instagram  qualche giorno fa sotto ad una foto di canovacci natalizi cuciti per l’ occasione (insomma è sempre difficile lasciare definitivamente la passione per la cucina :))) ) che il tempo passa, le cose cambiano, le passioni si evolvono. Ed è stato così per me. Cucinare in una famiglia in cui c’ è chi non mangia che due o tre cose, chi non può mangiare, chi ama una cosa che è detestata dagli altri (le mezze misure sono il nostro forte) e via così, è diventata una sfida piuttosto impegnativa!

In più non posso prescindere da un’ evoluzione della mia persona, da una crescita, da un riadattamento a nuove situazioni che è ancora in atto e che non posso definire “una passeggiata”.
Tutto questo, unito ad una grande passione per la sartoria, ad un corso per modelliste, ad una nonna che nel DNA mi ha trasmesso questo è diventato The Dancing Dot .

In questi anni ho effettuato l’ accesso al dietro le quinte del blog ripetute volte, ad ogni domanda di parenti e amici su come fossero le dosi di quella salsa che faceva la nonna, ad ogni vostra curiosità su quale fosse l’ ingrediente che non ricordavate di una certa ricetta e così via. L’ ultimo quesito da un milione di dollari me lo ha posto mia mamma questo Natale, se nella mousse di tonno di mia zia Nilde i capperi fossero presenti o no. Lei ogni volta che me lo chiede (e me lo chiede ogni volta che la prepara, ovvero ad ogni occasione, ad ogni festività, perché è davvero il nostro cavallo di battaglia in famiglia.. al 100%) sostiene che non ci siano capperi nella ricetta, io sostengo di si. Ogni volta tocca chiamare mia zia e chiedere a lei che a questo punto al posto della ricetta mi aspetto ci dia un po’ di fosforo per rafforzare la memoria. Ma neanche a dirlo, ha ragione lei, i capperi NON ci vanno! Io faccio una gran confusione con un’ altra ricetta che preparava la mamma di un mio amico a base di tonno, capperi.. e magari ve la racconto la prossima volta così ho la scusa per tornare da queste parti : ) .
Basterebbe appuntarsi la ricetta da qualche parte, come ai vecchi tempi.. su un post it destinato ad ingiallirsi sulla cappa della cucina, su un foglio di carta da appendere al frigo, nelle note alla fine del libro di cucina che teniamo come una Bibbia.. oppure fare uno screenshot dei messaggi di whatsapp scambiati con mia zia (tuttavia, vogliamo parlare adesso del buco nero dove finiscono gli screenshot del telefono?!) ma sappiamo tutti che almeno nel mio caso sarei capace di perdere tutto il giorno dopo.
Così giusto due giorni fa ho deciso che la ricetta della mousse di tonno dovesse essere trascritta qui sul blog. QUI SUL BLOG. Quanto fa strano scriverlo, pensarlo, dirlo.
Ma eccoci qua.

E prima che qualcuno abbia da ridire sull’ uso improprio del termine MOUSSE che ho usato per la ricetta, sappiate che so perfettamente che non si può definire mousse perché la mousse è un’ altra cosa, ma in famiglia è sempre stata chiamata così e allora vi immaginate se mi mettessi a rinominare una ricetta che si chiama così da davvero troppo tempo? Finirei col non ritrovarla più neanche qui sul blog e allora sarebbe stato (quasi) tutto inutile.
Voglio infine farvi gli auguri anche se in ritardo per un sereno Natale in questo anno così surreale e augurarvi un anno nuovo che sia di respiro per tutti dopo un 2020 così surreale.
Se non avete idee per il menù di fine anno provare questa ricetta potrebbe davvero valere la pena!
Si prepara velocemente, si abbina a dei crostini di pane in cassetta, a classici cracker che abbiamo tutti in dispensa, a pane tostato di qualunque tipo .. insomma può davvero arricchire una serie di antipasti, accompagnare un aperitivo, salvarvi anche all’ ultimo minuto.
Ci vediamo presto : )

 

 

MOUSSE DI TONNO
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Tipo Ricetta: Conserve
Autore:
Servire: 2
Ingredienti
  • tonno sott' olio 360 g
  • maionese 360 g
  • cipolla piccola 1
  • ketchup 3 cucchiai
  • senape 2 cucchiai
Istruzioni
  1. Frullare tutti gli ingredienti con un frullatore ad immersione.
  2. Conservare in frigorifero fino al momento dell' utilizzo.
  3. Si conserva bene anche per 2-3 giorni.

 

Jun 102015
 

E’ arrivato il caldo e con lui la mia sana dose di insofferenza e paturnie di vario genere (io odio sudare, per dire..) che combatto come ogni estate a suon di litri di tè freddo, cubetti di ghiaccio, abiti leggeri.

Naturalmente l’ ozio, nella lista dei rimedi contro il caldo, merita un posto speciale. : )

Così come lo meritano le melanzane di mia mamma, di una semplicità incredibile proporzionale solo alla bontà, che si possono preparare in anticipo e che vi permetteranno di “oziare” per tutto il resto del tempo!

L’ unico sacrificio richiesto è stare lì sulla piastra a grigliare le fette di melanzana, ma io ne preparo ogni volta in gran quantità e poi le conservo nei barattoli in frigo.

Le servo spesso insieme agli antipasti, come contorno oppure ne aggiungo un paio nelle insalate di pasta e di riso.

Poi, come una cercatrice d’ oro vado a cercarle con la forchetta per tenermene un pezzettino da parte, che si sa, il meglio va per ultimo!

 

MELANZANE MARINATE
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Tipo Ricetta: VERDURE
Autore:
Ingredienti
  • melanzane
  • aceto
  • acqua
  • aglio
  • origano
  • sale
  • olio
Istruzioni
  1. Griglia le melanzane su una piastra rovente da ambo i lati e tienile da parte.
  2. In un pentolino prepara una soluzione fatta di metà acqua e metà aceto. Se utilizzi un aceto molto forte varia la proporzione: 1\3 aceto e 2\3 acqua.
  3. Aggiungi sale alla macinatura di acqua e aceto.
  4. Fai bollire il composto per qualche minuto in modo che si riduca leggermente.
  5. In un barattolo comincia a fare gli strati in questo modo: uno strato di melanzane, aglio a pezzi, origano, melanzane, aglio a pezzi, origano... fino ad esaurimento di tutte le melanzane.
  6. Versa dell' olio sulle melanzane.
  7. Versa il liquido di acqua e aceto nel barattolo.
  8. Chiudi il barattolo e capovolgilo su se stesso un paio di volte.
  9. Se dopo qualche minuto il liquido della marinatura fosse stato assorbito dalle melanzane, aggiungine dell' altro.
  10. Fai riposare le melanzane in frigo qualche ora o anche qualche giorno prima di consumarle.

 

Jun 042015
 

In questo ultimo mese passato in casa, sul divano, nella totale insofferenza possibile (no, la pazienza non è la mia virtù) ho trovato un po’ di sollievo nella compagnia delle anime pie che mi son venute a trovare e nei miei adorati libri.

Ne ho letti moltissimi, e per un’ accanita lettrice come me questo è stato uno degli aspetti migliori di questa convalescenza.

Ho pensato quindi che potesse essere un’ idea carina condividere con voi tutto questo in occasione dei primi week end al mare o delle pause pranzo al parco in cui un buon libro da leggere fa parte delle cose fondamentali da portare con sé.

Buon week end!

 

Il risveglio della signorina Prim:

“Se vuoi intraprendere questo viaggio apri bene gli occhi, respira profondamente e dimenticati della velocità del mondo. Stai per imboccare la strada che ti condurrà a Sant’Ireneo di Arnois, un universo dove le persone sono più buone e la vita è più bella, dove il frastuono e la frenesia non arrivano e dove finalmente avrai il tempo per godere a pieno delle piccole gioie quotidiane. Proprio a Sant’Ireneo approda la signorina Prim, una trentenne coltissima che sotto l’apparenza razionale e lo spirito indipendente nasconde le debolezze e le contraddizioni di un animo sensibile e passionale. Spinta dal desiderio di scappare dai ritmi dell’ufficio, dalle interminabili giornate tutte uguali, avvelenate da sorrisi sarcastici e occhiate malevole, dopo aver letto sul giornale l’annuncio di un posto di lavoro come bibliotecaria a casa di un “gentiluomo”, si è infatti convinta che l’occasione per cambiare passo sia finalmente arrivata. Quando però si presenta a casa del suo nuovo principale, una sorta di orgoglioso e affascinante Mr Darcy che con metodi assolutamente non convenzionali insegna ai bambini del paese, si rende conto di non essere preparata a fronteggiare una realtà così distante dalla sua tradizionalissima formazione. Le regole e le abitudini di questo paese, così come i suoi anticonformisti e arguti abitanti, aiuteranno la signorina Prim a ristabilire un contatto con la bellezza delle piccole cose e la accompagneranno lungo un cammino di crescita personale che la porterà molto più lontano quanto lei stessa avesse immaginato e le daranno la forza di aprirsi all’ amore..”

 

How to be parisian wherever you are (vers. inglese) – Come essere una parigina ovunque tu sia (vers. italiano):

“In tutto il mondo le domande che fioccano sulle parigine sono sempre le stesse, da sempre: “Ma da dove viene la loro nonchalance, quel modo di essere chic con l’aria di chi non ha fatto il minimo sforzo?”, “Come ottengono quello stile spettinato così originale?”, “Come riescono ad affascinare l’immaginario maschile pur pretendendo dagli uomini la parità dei sessi?” e molte altre simili, accomunate da stupore e un pizzico di invidia. Le risposte finalmente! – sono scritte nero su bianco in queste pagine da Anne Berest, Audrey Diwan, Caroline de Maigret e Sophie Mas, quattro amiche di lunga data che abitano a Parigi, hanno vite e caratteri molto diversi, ma sono unite da quel gusto tutto francese di trasformare la propria esistenza in un romanzo. Dalla loro diretta esperienza ecco un manuale che svela tutti i segreti per essere una parigina in qualunque momento e in qualunque città: dall’abbigliamento che deve essere presente nell’armadio a come ci si sbronza con classe, come e cosa è elegante mangiare e cosa no, come conquistare un uomo e, all’occorrenza, come abbandonarlo al suo destino, e tanto altro ancora sempre secondo gli eleganti codici non scritti dell’essenza parigina. Questo libro ha anche il merito di smontare alcuni fastidiosi luoghi comuni. Per esempio, non è affatto vero che le parigine hanno il gene della magrezza nel Dna. Così come non è affatto vero che sia sempre facile avere a che fare con loro.”

 

La verità, vi spiego sulla’ amore:

“Aprire questo libro è un’esperienza sorprendente, capace di portare allegria nella più grigia delle giornate. Proprio come entrare in casa di Dora, la protagonista. Nel suo appartamento torinese potrete incontrare: i suoi due bambini, piccoli saggi e buffissimi; il loro tato Simone, magari sul balcone intento a fumare (meglio non chiedersi che cosa); Sara, la migliore-amica-senz di Dora, stavolta alle prese con la decisione più difficile; il massimo del disordine che una donna nata alle nostre latitudini possa sopportare; un paio di nonni molto diversi da quelli delle pubblicità; un quadro con un pappagallo zampe all’aria, in grado di infondere pace a chi lo guarda; un sacco di ricord felici sospesi nell’aria, diversi angoli dove ristagna la malinconia per tutto ciò che invece non è stato o non sarà, e grandi finestre per lasciar entrare il sole. Zitti, se fate attenzione sentirete bussare alla porta! È un giovane vicino di casa, decisamente sexy a dirla tutta, ed è qui per Dora. Ma eccola che arriva, Dora, è appena sveglia e già sa che dovrà correre, e correre, sempre in ritardo su tutto, da vera”madre Gazzella”: due bambini, un lavoro, un mutuo e una separazione con cui fare i conti. La storia di questa giovane donna coraggiosa, anticonformista e piena di vita, e di tutto il mondo che la circonda, fa riflettere proprio perché prende forma in scene esilaranti o tenere, sempre profondamente sincere.”

 

Momenti di trascurabile infelicità:

“Dopo “Momenti di trascurabile felicità”, Francesco Piccolo torna a raccontare l’allegria degli istanti di cui è fatta la vita, ma questa volta prova a prenderli dalla parte sbagliata. Setacciando le giornate fino a scoprire come ogni contrattempo, anche il più seccante, nasconda qualcosa di impagabile: una scintilla folgorante di divertimento e di vitalità. Che si tratti di condividere l’ombrello con qualcuno, strappandoselo di mano per gentilezza fino a ritrovarsi entrambi bagnati fradici. O di ammettere che non ci ricordiamo più niente di quello che abbiamo imparato a scuola, che le recite dei bambini sono una noia mortale, e che non amiamo i nostri figli nello stesso modo, semplicemente perché sono diversi. Per non parlare dell’obbligo morale di farsi la doccia appena si arriva ospiti da un amico, che se ne abbia voglia o meno – in fondo soltanto per rassicurare l’altro sul fatto che ci si lava. Oppure delle persone troppo cortesi che ti tengono aperto il portone, costringendoti ad affrettare il passo. Ciascuno sperimenta ogni giorno mille forme trascurabili (e non irrilevanti) di infelicità. Ma sorge il dubbio che sia “come i bastoncini dello shangai: se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di più”.”

Jun 012015
 

In questo ultimo periodo mi sono presa una pausa forzata dal blog, per cause di forza maggiore come vi raccontavo nel post precedente.

Non ho cucinato molto né ho fotografato, ma non per questo ho smesso di pensare al cibo : )))

Complici le belle giornate di sole che io naturalmente mi sono goduta dalla finestra, sognando cappelli di paglia e tovaglie a quadretti, cestini di vimini e l’ ombra degli alberi…

Quando penso ad un pic nic mi vengono in mente insalate di pasta, panini farciti in tutti i modi possibili, succhi di frutta ghiacciati.. ma nel mio cesto da pic nic assolutamente non può mancare una torta salata.

Che sia una quiche con base di pasta sfoglia o di pastia brisèe oppure una torta morbida come questa poco fa la differenza: ciò che conta è che sia una torta sfiziosa, facile e veloce da preparare anche con poco anticipo.

Questo la rende ideale anche per le cene in terrazza “dell’ ultimo minuto” in cui con poco preavviso e poca spesa il risultato è super!

 

 

CAKE CON OLIVE E FETA
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Ingredienti
  • 500 g olive (con nocciolo) nere e verdi
  • 200 g feta
  • 1 bustina lievito per torte salate
  • 2 cucchiai olio
  • 2 cucchiai latte
  • 180 g farina 00
  • 3 uova
  • sale
  • pepe
Istruzioni
  1. Preriscalda il forno a 180°.
  2. Setaccia la farina con il lievito.
  3. Denocciola le olive e tritale grossolanamente.
  4. Sbriciola la feta con le mani.
  5. Batti le uova con un pizzico di sale e pepe.
  6. Impasta la farina con le olive, la feta, l' olio, il latte e le uova battute.
  7. Prima di aggiungere altro sale all' impasto assaggialo, perchè la feta potrebbe rendere la torta molto saporita e quindi altro sale sarebbe superfluo.
  8. Versa l' impasto in uno stampo da plumcake e cuoci per 1 ora circa fino a quando inserendo uno stecchino nella torta questo uscirà perfettamente asciutto.

 

May 012015
 

La verità è che non sono scomparsa, non mi hanno rapita (a trovarlo chi pagherebbe per il mio riscatto..), non ho chiuso il blog per “cessata attività”, non mi sono messa a dieta. Vabbè, forse quella non sarebbe proprio una pessima idea.. ma io so già che i miei miglior propositi finirebbero come il film “7 kg in 7 giorni”.. e allora…

Il fatto è che colpita da un’ onda anomala di incredibili colpi di fortuna che cavalco ormai da 4 anni, ho subito un piccolo intervento d’ urgenza dal quale sto cercando di riprendermi il più in fretta possibile sebbene la convalescenza sia più lunga del previsto.

Così, limitata nei movimenti e costretta a passare dal letto al divano nonché ad uscire di casa giusto il tempo necessario per sottopormi alle medicazioni di rito, le mie attività principali sono (non nell’ ordine..):

-pensare a tutte le cose pensabili, passate, presenti e future

-pettinarmi i capelli

-scegliere quale felpa mettere per stare in casa

-cronometrare il tempo che impiego per alzarmi dal divano e arrivare in un’ altra stanza (se sto sotto i 15 minuti alzo le braccia al cielo e ringrazio per avermi sostenuta fino a qui)

-scrivere le mie memorie su consiglio di mia suocera (ma io non sono dotata della sua stessa sensibilità nello scrivere, così mi limito ad appuntare la lista della spesa per tutti quelli che mi vengono a trovare.. ai quali “non chiedo fiori ma opere di bene”)

-pensare a quale parete adibire a “muro del pianto” una volta che mi sarò rimessa, perché dopo 4 anni pretendo di avere un mio spazio da prendere a testate ogni volta che qualcosa va storto..così, un po’ per sfogarmi un po’ per devozione

-leggere ossessivamente libri, libri, libri e ancora libri (Amazon ti amo)

– fare shopping online

Ecco, su questo ultimo punto potremmo fermarci a divagare un bel po’..

Chi mi segue su Instagram sa bene che questa casalinghitudine forzata mi ha spinto a “coccolarmi” un po’, di fantasticare sui progetti da iniziare o proseguire quando starò meglio.

Secondo i miei calcoli per quando mi rimetterò in forma queste giornate di pioggia e grigiume dovrebbero essere finite lasciando spazio e tempo a pic inc, pranzi in terrazza, sole, giornate all’ aria aperta, corse in bici e quanto di più salutare e primaverile si possa immaginare!!

Nelle mie scorribande sul web mi sono imbattuta in Dalani e nelle sue proposte ed ispirazioni per la primavera.

Verde, rosso, rosa, celeste e tutti i colori della primavera che risvegliano i sensi ed il buon umore sono i protagonisti indiscussi di una tavola allegra, ben apparecchiata e ricca di stile e semplicità.

Ecco, io me le immagino così le mie prossime tavole, più o meno informali, molto colorate, luminose e piene di ottimismo perché in tavola si porta non solo cibo ma anche sentimento ed emozioni ed è bello creare ogni volta l’ atmosfera giusta in grado di valorizzare ed armonizzarsi con il cibo.

Un bel runner colorato, fiori freschi in un vaso “raffinato” su un tavolo rustico, ciotoline piene di frutta e bicchieri dai colori pastello, magari uno solo di questi o tutti sulla vostra tavola, un dettaglio o un tripudio di oggetti a tema che faranno la differenza.

Vi lascio la ricetta di un infuso fresco e dissetante quanto profumato. Io amo la lavanda ed amo le bevande ghiacciate da sorseggiare nei pomeriggi assolati in terrazza oppure in giardino..

Lasciatevi ispirare dalle offerte in corso e da quelle in arrivo su Dalani e fatemi sapere come è la vostra tavola di primavera!

 

DALANI E L' INFUSO FREDDO DI LAVANDA E ROSMARINO
5.0 from 1 reviews
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Tipo Ricetta: Drinks
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Ingredienti
  • 1 lt acqua
  • 5-6 rametti di lavanda
  • 1 cucchiaio aghi di rosmarino
  • miele
Istruzioni
  1. Porta l' acqua a bollore, poi spegni e metti la lavanda con il rosmarino in infusione.
  2. Copri il pentolino e lascia in infusione per 10 minuti.
  3. Filtra il liquido ed aggiungi il miele a piacere.
  4. Conserva in frigo fino al momento di servire.

 

Mar 312015
 

Oggi ho pensato di riproporvi un altro post che esula dall’ argomento “food”.

La primavera è arrivata, ed anche se pioggia e vento vogliono farmi credere che non sia così io ho di che convincermi del contrario.

La mia amica Simonetta ha scritto un meraviglioso libro sul gardening.. che emozione poterlo stringere tra le mani e sfogliarlo!!! E’ un po’ come stringere lei in un abbraccio che viene ricambiato in ogni pagina del suo libro, ritrovarla in ogni sua foto.

Ora, io devo confessare di avere il pollice nero (no Simo, non sarò io a darti le maggiori soddisfazioni temo….) ma sto studiando attentamente ogni consiglio di Simonetta e spero di riuscire almeno in qualcosa (oh, al più avrò una cultura di giardinaggio di cui vantarmi per la serie “chi sa fare fa, chi non sa fare insegna” io andrò in giro diffondendo il verbo di Simo : )))))  ).

Tuttavia nel libro non ci sono solamente consigli su come coltivare piante e fiori, potete trovare tantissime idee ed ispirazioni su come utilizzare i fiori in cucina e per la decorazione della casa. Ho già messo le clip per segnare i progetti che voglio realizzare al più presto!

A proposito di gardening, di casa, di shopping e di Toscana (perchè non dimentichiamoci che qui siamo sempre su  Pici e Castagne eh!) ho fatto un paio di acquisti interessanti che penso possano piacervi : )

Sul sito di Le Sorelle ho acquistato il grembiule color oliva con le bretelle giallo senape che vedete in foto.

Il tessuto è pesante ed incredibilmente resistente mentre le bretelle sono di “carta lavabile” e si possono staccare così da creare ogni volta abbinamenti grembiule\bretelle sempre nuovi!

Piccola parentesi: io a-d-o-r-o le sorprese, i piccoli gesti, i pensieri che non mi aspetto.. e nell’ aprire il pacchetto di Le Sorelle oltre al grembiule con bretelle che avevo ordinato ho trovato anche due piccolissimi sacchetti (uno bianco, uno color naturale) di carta lavabile.

Ora, niente è dovuto e questi piccoli gesti per ringraziare ancora, mi piacciono sempre.

Sono stata recentemente nel loro negozio di Firenze (Borgo san Jacopo, 30 – in prossimità del Ponte Vecchio) e posso assicurarvi che ne hanno davvero tantissime e di colori diversi.

Il grembiule ricorda un po’ quello dei macellai toscani di una volta, io lo sto utilizzando in cucina ma è particolarmente adatto anche al giardinaggio considerato  che ha delle grandi tasche davanti porta oggetti (paletta e rastrello per me : ) ).

Di Uashmama, qualche anno fa, acquistai dei sacchetti che utilizzo come porta pane così in negozio non mi sono fatta sfuggire lo scaldapane di terracotta : ))

Di sacchi ce ne sono davvero di tutti i colori e misure e credo ne acquisterò presto qualche altro da utilizzare come porta vaso!

Photo credits: grembiule, sacchetti, scaldapane: Le Sorelle.

 

 

 

 

 

Mar 272015
 


Se nel lontano ’81 la primavera cantata dalla Goggi sembrava avere addirittura fretta, quest’ anno non sembra essere affatto così.
Si fa attendere, ci lascia ancora in balìa del freddo, della neve in alcuni casi e sicuramente della pioggia!
Questi sono i giorni in cui mi fermo al mercato indecisa se allungare la mano su quelle costose primizie di pisellini e baccelli, sui cipollotti dolci e profumati, e cucinare qualcosa di “nuovo” che non mangio da mesi.. perchè sì, quando mangi certe cose dopo tanto tempo è come mangiarle per la prima volta.


Alla fine resisto, mi faccio forza ed acquisto ancora ciò che mi piace e so per certo mi mancherà quando non potrò più trovarlo nei banchi al mercato, perchè no, io le fragole a Dicembre che vengono da Marte non le compro, per dire.
Ci sono ancora serate di zuppe e minestroni, di minestre d’ orzo come quella di oggi che più semplice non si può.


MINESTRA D' ORZO
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Tipo Ricetta: Zuppe
Autore:
Servire: 2
Ingredienti
  • orzo 200 g
  • porro 1
  • carota 1
  • costa di sedano 1\2
  • pancetta -magari affumicata- opzionale 50 g
  • olio
  • sale
  • pepe
  • erba cipollina
  • brodo vegetale o acqua 1,5 lt
Istruzioni
  1. Taglia il porro a fette, pela la carota e tagliala a dadini.
  2. Trita il sedano.
  3. In un tegame fai scaldare qualche cucchiaio d' olio con la pancetta tritata se hai deciso di utilizzarla..
  4. Unisci le verdure e lasciale appassire per un paio di minuti.
  5. Versa l' orzo nel tegame e gira bene con un mestolo di legno per farlo insaporire.
  6. Irrora l' orzo con il liquido che hai scelto di utilizzare ed aggiusta di sale e pepe.
  7. Lascia cuocere la minestra per circa 30-40 minuti, e se necessario aggiungi ancora qualche mestolo di brodo se la minestra dovesse asciugarsi troppo.
  8. Servi ben caldo con qualche filo di erba cipollina fresca.

 

 

Mar 252015
 

Nella mia famiglia (a proposito, ma iniziare con questo incipit quanto fa “Buddy Valastro”?!?? : )))))))  ) è buona abitudine non far avanzare nulla a tavola.

Finiamo tutto. Sempre. E la scusa è sempre la solita “non mandiamo nulla sprecato”.

Così non capita mai di vedere su questo blog dei grandi classici su “come riciclare il panettone” o “come riciclare la colomba”. E’ più probabile che da noi si cerchi di smaltire il cioccolato avanzato dall’ apertura delle uova di Pasqua!

Il fatto è che la nostra colazione tradizionale è fatta di salame, uova sode colorate e dipinte a mano come facevamo da piccini, la schiacciata di Pasqua, la pizza di Pasqua di Civitavecchia, una tazza di tè e qualche pezzetto di cioccolata dell’ uovo di Pasqua.

Con uan colazione così abbondante è raro che si riesca a mangiare tanta cioccolata, e poi anche il pranzo non è certo dei più leggeri.. così il povero uovo se ne resta in disparte nell’ attesa di essere utilizzato in qualche dolce o su una fetta di pane bianco per merenda.

L’ alternativa a pane e cioccolata (che onestamente credo sia una delle cose più buone al mondo) è preparare delle mini barrette come quelle di oggi da servire con il caffè.

Io ho semplicemente fuso la cioccolata a bagnomaria, divisa in diversi contenitori ed aromatizzata a piacere: peperoncino, cannella, vaniglia, fava tonka, caffè solubile, arancia ecc ecc.

Il risultato sono state tante mini barrette, tutte diverse da offrire agli amici dopo pranzo!

Lo stampo di silicone utilizzato per i cioccolatini potete trovarlo sul sito di cakemart.

Post sponsorizzato da meincupcake.

Mar 192015
 

Ho pensato tanto se pubblicare un post “così” oppure no.

Mesi, a dirla tutta.

La verità è che mentirei a me stessa prima di tutto se dicessi che si vive di solo cibo.

Ho passato (e passo) tutta la mia vita a buttarmi a capofitto nelle cose, con passione, energia, idee più o meno stravaganti, incoscienza.. come se ognuna di quelle fosse la cosa più importante al mondo. In quel momento. E per i successivi cinque minuti, è chiaro. : )

Volubile e volitiva. Così (mia mamma racconta) sono stata definita dalla suora dell’ asilo che frequentavo. Promettevo bene fin da subito, insomma!

Ho vissuto gli ultimi (non ancora eh!!) 34 anni di passioni, che sono sempre state più o meno durevoli ma sempre ed incondizionatamente appoggiate e sostenute da chi mi vuole bene (non che abbia mai lasciato molta scelta io..).

Da un po’ di tempo mi chiedevo se fosse onesto parlare di solo cibo, se questo blog nato per parlare di cucina non fosse prima di tutto la mia finestra sul mondo, quella finestra sul cui davanzale metto a raffreddare le crostate ma che resta comunque sempre aperta e attraverso cui passa lo scambio continuo di idee e di affetto con le persone speciali che ho avuto la fortuna di incontrare seppur virtualmente.

Come dicevo all’ inizio sono stata indecisa fino all’ ultimo secondo prima di scrivere questo post, ma alla fine devo ammettere che non mi spiace affatto allargare un po’ gli orizzonti, inserire ogni tanto un post dedicato a tutto quello che non è food, condividere gli ultimi acquisti, le ultime belle scoperte, qualche viaggio ed indirizzo utile, le cose che mi piacciono di più.

Ho notato che su Instagram (@piciecastagne) vi è molto piaciuta la mia “primavera monocromatica”, così ho pensato di celebrare questo nuovo inizio con un post dedicato ad alcune cosine acquistate online e di cui anche in privato mi avete chiesto!

Vi lascio alle foto e per i credits trovate il link a fondo pagina.

 

Questo so già per certo sarà uno dei miei abiti preferiti per la primavera che sta per arrivare, magari con un golfino color panna in misto lana ed un paio di ballerine.. ed in estate con i sandalini di Lazzari qui sotto già mi imamgino camminare sul muretto del lungomare..

La camicia con il fiocco  che fa tanto vintage mi è sempre piaciuta da matti, questa poi è di un cotone leggero leggero ed ha un grazioso colletto peter pan!

Ecco, figlia degli anni 90 e dell’ incubo delle gonne a portafoglio che si aprono alla prima folata di vento! Questa gonna di leggerissimo jeans invece è un “finto” portafoglio nel senso che è cucita e quindi addio spacchi pericolosi!!

Sempre di jeans ho scelto di acquistare questo abito dalla linea morbida, molto comodo dato che io non amo affatto gli abiti stretti e fascianti (siamo onesti, sembrerei un salamino..) e con il colletto lavorato a contrasto.

Uno dei pezzi forte della mia primavera\estate sarà sicuramente la cartellina anni ’60 di Lazzari.

L’ ho acquistata anche in nero e sto cercando di tenere ferme le mani per non acquistarla in TUUUUTTI i colori disponibili! Semplicemente la stra-adoro.

Anche questi meravigliosi sandalini sono di Lazzari: aria vintage, colore vivace, ottima qualità della pelle e made in Italy. Ora, cosa gli manca? Nulla!!

La salopette. Questa è la quarta che acquisto dall’ inizio dell’ anno. Quindi in media fa più di una salopette al mese : ) Tuttavia dalla mia parte ho la scusante che due sono in velluto e l’ altra è nera.. quindi la più classica mi mancava! Il jeans è leggero e la salopette veste comoda. Per evitare l’ effetto “ragazza di campagna” (che pur mi piace) in città penso di metterla con un paio di ballerine ed una camicina di pizzo.. poi nel week end via di camicia a quadrettini vichy!

Infine una camicia di quelle che piacciono tanto a me, leggera e con un taglio morbido (c’ è una leggera arricciatura sotto le spalle), ideale da portare fuori dai jeans ed un po’ sbottonata come nella foto!

Photo credits: abiti, camice, gonna, salopette La Redoute – sandali e borsa Lazzari

 

Mar 162015
 

E’ arrivata quella stagione di mezzo in cui il verde ed i fiori fanno capolino sfidando il vento ancora gelido delle prime ore del giorno, i primi asparagi, le ultime ricette con la zucca, le minestre bollenti la sera e le insalate ed i sandwich a pranzo mangiati sotto il sole tiepido che scalda le panchine e che ti fa infilare gli occhiali da sole e togliere giacche e maglioni.

Ecco, questo è il periodo dell’ anno in cui perdo le sciarpe.

Le lascio “in dotazione” su qualche panchina o sull’ attaccapanni di qualche ufficio, un po’ come accade con gli ombrelli.

Chissà che un giorno non mi capiti di ritrovarne qualcuna seminata tempo fa…

Anche a tavola le abitudini cambiano, piuttosto lentamente direi, le verdure fresche e crude prendono il sopravvento su quelle cotte, i primi piatti si allegeriscono un po’ e se dipendesse da me cucinerei ogni cosa alla griglia.

La pasta di oggi con ricotta e spinaci è una ricetta semplice, super veloce, tanto verde quanto basta a cominciare ad abituarsi a colori tenui e sapori delicati..

 

PASTA CON RICOTTA E SPINACI
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Tipo Ricetta: Primi
Autore:
Ingredienti
  • pasta 200 g
  • ricotta vaccina fresca 100 g
  • pecorino grattugiato 4 cucchiai
  • spinaci 1 pugno (già cotti e strizzati)
  • sale
  • pepe
  • noce moscata
Istruzioni
  1. Frulla gli spinaci insieme alla ricotta, 2 cucchiai di pecorino, un pizzico di sale, pepe ed un pizzico di noce moscata.
  2. Cuoci la pasta in abbondante acqua salata.
  3. Quando la pasta è quasi pronta preleva due mestoli d' acqua e tienili da parte.
  4. In un tegame riunisci la ricotta ed un mestolo d' acqua.
  5. Amalgama bene il condimento e versa la pasta scolata.
  6. Fai legare bene tutti gli ingredienti e se la pasta dovesse asciugarsi troppo aggiungi qualche goccia d' acqua prendendola da quella tenuta da parte.
  7. Servi la pasta con i due cucchiai di pecorino tenuti da parte.

 

Mar 122015
 

Le colazioni del week end sono le colazioni preparate in silenzio sgattaiolando dal letto per prima in punta di piedi, sono le colazioni con la frutta succosa, i fiori sulla tavola, il cappuccino preparato da noi, il caffè lungo solo per me prima che cominci tutto, sono le colazioni “cucinate” quelle in cui non afferri  al volo due biscotti secchi dal barattolo perchè “presto che è tardi!!!” ma ti metti ai fornelli e prepari qualcosa di buono.

le colazioni preferite da mio marito sono i pancakes (quante volte lo avrò scritto? infinite volte…) anche se ultimamente abbiamo sviluppato una passione irrefrenabile per i waffles.

Ne sto preparando di ogni sorta, con farine diverse, con latte, con buttermilk, con frutta o sciroppi e via così.. presto sul blog tutte le varianti, promesso.

Il buttermilk, o latticello, potete reperirlo facilmente nei negozi biologici e al Naturasì, e vale la pena provare perchè i pancakes così come i waffles sono ancora più morbidi e soffici!

 

 

BUTTERMILK WAFFLES
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Tipo Ricetta: Dolci
Autore:
Servire: 4
Ingredienti
  • buttermilk 500 ml
  • farina 250 g
  • lievito per dolci 1\2 bustina
  • uova 2
  • zucchero 30 g
  • vaniglia 1 baccello
  • burro 80 g
Istruzioni
  1. Preriscalda il ferro per fare i waffles.
  2. Fondi il burro senza bruciarlo.
  3. In un recipiente riunisci la farina setacciata con il lievito, lo zucchero ed i semi estratti dal baccello di vaniglia.
  4. Unisci le uova battute ed il buttermilk a filo mescolando con una spatola o con la planetaria.
  5. Incorpora il burro al composto.
  6. Versa il composto nello stampo per waffles e cuoci per circa 3 minuti e 30.

 

Mar 092015
 

Per me l’ inverno si misura in zuppe.

Tante più zuppe buone sono riuscita a prepararmi nei mesi freddi, tanto più sarà stato un buon inverno : )

A dire il vero questa non è certo una zuppa nuova, ma è una zuppa che non mi preparavo da un po’.. per questo mangiarla nuovamente è stato un po’ come aprire l’ armadio per il cambio stagione, quando trovi nei cassetti delle maglie nuove di cui ti eri dimenticata e ti sembra di indossarle per la prima volta.

Quindi entusiasmo a mille per questa zuppa delicata, leggera, fresca e gustosa al tempo stesso che si accompagna bene a questi giorni di pioggia, vento e freddo marzolino.

ZUPPA DI TOPINAMBUR E CARCIOFI
5.0 from 1 reviews
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Tipo Ricetta: Zuppe
Autore:
Ingredienti
  • topinambur 1 kg
  • patate 2
  • carciofi 2
  • sale
  • pepe
  • olio
  • aglio 2 spicchi
Istruzioni
  1. Fai scaldare l' aglio con un filo d' olio in un tegame.
  2. Pulisci i topinambur, tagliali a pezzetti e falli insaporire insieme all' aglio.
  3. Unisci la patata sbucciata e fatta a dadini.
  4. Copri tutto con 1\2 lt di acqua ed aggiusta di sale e pepe.
  5. Fai cuocere a fiamma bassa fino a quando le patate ed i topinambur non si saranno inteneriti.
  6. Se l' acqua dovesse ridursi eccessivamente aggiun gine un pochina in corso di cottura.
  7. Frulla la zuppa con un frullatore ad immersione e tienila in caldo.
  8. Pulisci i carciofi e tagliali a spicchi.
  9. Fai saltare velocemente i carciofi in una padella con aglio ed olio.
  10. Distribuisci la zuppa nei piatti e servila con i carciofi saltati.

Mar 052015
 

A me piacciono quei dolcetti rustici, un po’ ruvidi come il mio aanimo, ricchi di frutta dolce e succosa o intensa e disidratata, magari con un pizzico di spezie che profuma già le mani o che arriva solo dopo aver inghiottito l’ ultimo boccone e resta impresso nella lingua e nel palato come un dolce ricordo.

I dolci da forno vincono su quei dolci leziosetti e perfettini da pasticceria (che pure non disdegno eeehh!), le crostate alla frutta vincono sulle torte al cioccolato, le barrette ai cereali hanno la meglio sui cioccolatini.. per dire come gira il mondo la mia pancia.

Arriva però quel momento in cui trovi il giusto compromesso tra raffinato cioccolato e semplice dolce da credenza.

Il mio compromesso oggi l’ ho rubato ad Amber Rose, ed è un dolce assolutamente delizioso, senza farina e con purè di barbabietole nell’ impasto!

Nulla ha da invidiare alle torte al cioccolato più comuni questa flour-free chocolate and beetroot cake, morbida, dolce e perfetta per essere conservata qualche giorno ancora dopo la cottura.

Io vi consiglio un miele delicato, di acacia o millefiori magari, sicuramente non un miele di castagno o di montagna o tendenzialmente amarognolo che finirebbe con l’ esaltare eccessivamente il sapore “di terra” delle barbabietole ed invece credo sia meglio accentuare la nota dolce delle stesse.

Ricetta di Amber Rose.

BEETROOT CAKE
5.0 from 1 reviews
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Tipo Ricetta: Dolci
Autore:
Ingredienti
  • barbabietole cotte 300 g
  • uova 4
  • miele 4 cucchiai
  • estratto di vaniglia 1 cucchiaino
  • cacao in polvere 1 cucchiaio
  • lievito per dolci 1 bustina
  • mandorle tritate finemente 125 g
  • cioccolato fondente al 70% 125 g
  • olio d' oliva 4 cucchiai
  • sale
Istruzioni
  1. preriscalda il forno a 180°.
  2. Imburra ed infarina bene uno stampo da 22 cm di diametro.
  3. Trita le barbabietole al mixer fino a ridurle in purea.
  4. Amalgama le barbabietole con le uova, il miele, l' estratto di vaniglia, il cacao, il lievito ed un pizzico di sale.
  5. Batti bene il composto con le fruste e quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati incorpora la farina di mandorle.
  6. Sciogli il cioccolato a bagnomaria, poi incorpora l' olio al cioccolato.
  7. Versa il composto di cioccolato all' impasto di barbabietole.
  8. Versa tutto quanto nello stampo e cuoci in forno per 35-40 minuti.
  9. Fai raffreddare la torta per qualche minuto prima di capovolgerla su una gratella e terminare il raffreddamento.
  10. Cospargi la torta con il cacao in polvere prima di servire.

Mar 022015
 

In questi ultimi giorni vedo già la mimosa che fiorisce e mi sento male.. esco dal lavoro e c’ è ancora luce e mi sento male.. se sento caldo con sciarpa e cappello mi sento male lo stesso..

Ok ok la primavera mi piace, l’ aria che si stiepidisce, il mio compleanno alle porte, i fiori, le passeggiate in bici, gli abiti più leggeri.. ma da vera pessimista come sono (spesso) la vivo come il preludio all’ estate, al caldo, all’ appiccicaticcio… (insomma vivo a pieno ogni singolo momento, ecco).

Io amo l’ autunno, l’ inverno, la neve, la lana, il camino acceso, l’ odore della legna che si confonde con quello delle spezie del vin brulée, le sciarpe più grandi di me, il colore del tè caldo, il cielo azzurro e limpido nelle giornate gelide, e naturalmente il cibo.

Il cibo autunnale\invernale intendo.

Così mi resta sempre difficile separarmi da certi ingredienti come la zucca.

Al massimo della confortevolezza con la zucca ci ho preparato i ravioli.

Dei ravioli dal sapore piccante ma anche dolciastro, pieni e morbidi da sciogliersi in bocca, li ho conditi con del semplicissimo burro e salvia ed io per la mia porzione non ho neanche aggiounto del parmigiano.. ma tutti gli altri commensali sì, quindi perchè non provare?

TORTELLI DI ZUCCA
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Tipo Ricetta: Primi
Autore:
Ingredienti
  • farina 600 g
  • uova 6
  • sale
  • zucca butternut 1 (1 kg circa)
  • mostarda di mele cotogne 3 cucchiai
  • parmigiano grattugiato 4 cucchiai
  • scorza grattugiata di 1\2 limone
  • amaretti 60 g
  • pepe
  • pangrattato 3 cucchiai
  • noce moscata
  • sale
  • burro
  • salvia
  • parmigiano grattugiato
Istruzioni
  1. Impastare la farina con le uova ed un pizzico di sale.
  2. Se le uova non fossero sufficientemente grandi aggiungere un paio di cucchiai di acqua.
  3. Coprire l' impasto con un panno pulito e lasciarlo riposare per circa 30 minuti.
  4. Preriscaldare il forno a 200°.
  5. Tagliare la zucca a pezzi ed avvolgere ogni pezzo in un foglio di carta d' alluminio.
  6. Infornare la zucca e farla cuocere fino a che sarà morbida.
  7. Scartare la zucca quando è pronta e lasciarla raffreddare.
  8. Frullare la polpa della zucca con la mostarda, la scorza del limone, sale, pepe, parmigiano, pangrattato ed un pizzico di noce moscata.
  9. Stendere la pasta e distribuire sulla superficie tante piccole quantità di ripieno.
  10. Chiudere la pasta sigillando bene i bordi e ritagliare i tortelli con un coppapasta.
  11. Sciogliere il burro in un tegame con qualche foglia di salvia.
  12. Cuocere i tortelli in abbondante acqua salata, poi scolarli ed adagiarli su un panno pulito così che non trattengano acqua in eccesso.
  13. Distribuire i tortelli nei piatti e condirli con il burro e la salvia.
  14. Volendo, si può aggiungere un po' di parmigiano grattugiato prima di servire in tavola.

Feb 272015
 

Ci sono quei giorni in cui mi è così chiaro di essere figlia degli anni 80.

Sono quei giorni in cui non potrei fare a meno della maxi frangia che mi cade sugli occhi, di un paio di leggins con un maglione oversize dai colori accesi che sembro un’ insegna di Las Vegas, che guardo le matite e non penso a cosa potrei scriverci ma a quanti nastri di musicassette potrei avvolgerci, che guardo la TV e mi aspetto da un momento all’ altro la pubblicità dell’ omino nero nero con i guanti bianchi delle Tabù, dell’ idraulico dei rubinetti Zucchetti (perchè con Zucchetti si ha la libertà di fare con l’ acqua tutto ciò che ti va! ve lo ricordate???) a cui usciva l’ acqua dalle orecchie, quei giorni in cui non è che ho fame ma “voglia di qualcosa di buono”………

Ecco, quei giorni lì non è che abbia proprio voglia di dolce, semmai voglia di qualche bon bon, di un pasticcino piccolo, di una caramella, di una sfizioseria con lo zucchero…

Le gelatine di frutta mi ricordano le partite a carte che mia nonna e le sue amiche facevano dopo il caffè, tra una chiacchiera ed un pettegolezzo.. (per restare in tema anni 80 ma anche molti anni dopo!!).

Questo per dire che l’ altro giorno ho preparato le gelatine alla menta. Ho spettato pazientemente che si rapprendessero e poi le ho passate nello zucchero.

Poi come negli anni 80 in cui non mi preoccupavo certo del peso, non ingrassavo neanche di proposito, bruciavo più di quello che ingerivo, me le sono mangiate tutte. : )))))))

Lo stampo per fare le gelatine a forma di mustaches è disponibile  qui sul sito di meincupcake!

GELATINE DI FRUTTA
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Tipo Ricetta: Dolci
Autore:
Ingredienti
  • gelatina in fogli 12 g
  • succo di frutta o sciroppo di menta (diluito se concentrato) 500 ml
  • zucchero 500 g
  • non stick spray
Istruzioni
  1. Metti in ammollo la gelatina per 10 minuti.
  2. Sciogli la gelatina con 3-4 cucchiai di acqua a fuoco bassissimo fino a che sarà perfettamente liquefatta.
  3. Sciogli lo zucchero nel succo di frutta o nello sciroppo.
  4. Unisci la gelatina al succo di frutta (filtrato) o allo sciroppo.
  5. Versa il composto negli appositi stampi precedentemente spruzzati con il burro spray e fai solidificare in frigo per qualche ora.
  6. Passa le gelatine nello zucchero e.. buon appetito!

Feb 242015
 

Mio fratello ha sempre delle grandi idee. Mangerecce in particolare.

Così capita di voler organizzare un pranzo della domenica e di sentirsi rispondere: “che ne dici di una bella polenta per tutti?”.

Non me lo sono fatti ripetere due volte e nel giro di due ore ero già a scegliere la carne e la farina : )

E polenta è stata, in queste domeniche ancora di pioggia e grigio, un piatto semplice ma tremendamente confortevole vuoi per la consistenza, per i profumi, per quel calore che scalda le mani infreddolite.

La polenta avanzata l’ ho conservata in un contenitore di plastica ed il giorno dopo quando era ormai tutta ben rappresa e compattata l’ ho tagliata a fette e grigliata con un poco d’ olio.

Ecco, io per la polenta in bianco, grigliata e magari con un pezzettino di formaggio che si scioglie sopra potrei fare pazzie….potrei…..

POLENTA CON LE SPUNTATURE
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Tipo Ricetta: Primi
Autore:
Ingredienti
  • farina di mais 1 kg
  • spuntature 500 g
  • salsicce 4
  • pomodori pelati 800 g
  • carota 1
  • sedano 1 costa
  • cipolla 1
  • vino
  • sale
  • olio
  • pecorino grattugiato
Istruzioni
  1. Metti a bollire 3 litri d' acqua con un cucchiaio d' olio.
  2. Nel frattempo trita finemente la cipolla, il sedano e la carota.
  3. Fai scaldare le verdure in un tegame con un filo d' olio.
  4. Aggiungi le spuntature e le salsicce (la pelle delle salsicce va bucata con uno stecchino).
  5. Quando la carne è ben rosolata sfumala con un bicchiere di vino e lascia che evapori completamente.
  6. Passa i pelati al mixer o al passaverdure e poi uniscili alle spuntature.
  7. Aggiusta di sale.
  8. Abbassa la fiamma e lascia cuocere la carne fino a che il sugo si sarà rappreso.
  9. Quando l' acqua bolle versa la farina di mais nel tegame e gira dapprima con una frusta per non formare grumi, poi con un mesolo di legno, la polenta.
  10. Senza smettere mai di girare fai cuocere la polenta per un' oretta circa.
  11. Aggiusta di sale.
  12. Quando la polenta è cotta versala sulla spianatoia o distribuiscila nei piatti di legno.
  13. Condisci la polenta con il sugo di spuntature e salsicce e cospargi tutto con il pecorino grattugiato.

Feb 192015
 

Quando ho aperto il blog non sapevo esattamente cosa aspettarmi, non avevo idea di quello che sarebbe cresciuto intorno alle mie ricette (girovita a parte..), alle mie storie di famiglia, alle mie foto.

Come al mio solito mi sono buttata a capofitto nella mia cucina ed in questi 3 anni di blog appena compiuti posso dire con certezza di aver riempito le pagine di Pici e Castagne con la mia storia, le mie storiele ricette di famiglia, e le ricette improvvisate, quelle suggerite e quelle ispirate qua e là, e tutte a modo loro hanno reso unico questo blog.

Ecco, oggi è nato un piccolo eBook che contiene ben 10 ricette dolci per il mese più romantico dell’ anno, tant’ è che l’ uscita è avvenuta proprio sabato 14 Febbraio sul sito di Book Republic.

L’ amore è.. una scatolina piena di tartufi al cioccolato, dividere a metà una tartelletta al caramello, lasciare all’ altro l’ ultimo biscotto al burro d’ arachidi, decorare insieme i mendiants al cioccolato bianco, mangiare la crema bruciata con un solo cucchiaino, scegliere la frutta più dolce da tuffare nella fonduta, mangiare un pezzettino di biscotto mentre si prepara insieme il parfait di pere caramellate, brindare con un bicchierino di liquore al cioccolato a tutte le cose belle che stiamo vivendo e a tutte quelle che verranno.

 

Potete scaricare il mio eBook sul sito di Book Republic qui.

Feb 162015
 

Insieme alle castagnole e ai cenci (o frappe o chiacchiere che dir si voglia), le ciambelle fritte sono il cavallo di battaglia di mia nonna Anna nel periodo di Carnevale.

Le sue ciambelle sono così perfette che vengono col buco. Tutte. : ))))

Così, friggiamo anche quelli (i buchi) e solo nelle occasioni speciali li farciamo di crema pasticcera.. sennò dei bomboloni godi solo a metà!

Questi dolci sono tra i ricordi più teneri che ho dell’ infanzia, sentivo l’ odore di fritto e zucchero fin dal cortile di casa e quel profumo pareva quasi chiamarmi : ) (infatti, certe corse a chi arrivava primo fino alla porta di casa……)

L’ altro pomeriggio ho fritto fritto fritto come non ci fosse un domani e quando poi ci siamo ritrovati tutti intorno al tavolo con le mani piene di zucchero, la faccia piena di zucchero, la tovaglia piena di zucchero.. allora mi sono quasi commossa.. e ho capito che i misteriosi ingredienti della felicità che mia nonna ha sapientemente mescolato insieme per anni non mi erano più così sconosciuti.

CIAMBELLE FRITTE
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Tipo Ricetta: Dolci
Autore:
Ingredienti
  • farina 1 kg
  • uova 3
  • latte 250 ml
  • burro 100 g
  • zucchero 300 g
  • lievito di birra 20 g (io preferisco metterne meno ma i tempi di lievitazione si allungheranno)
  • scorza di limone 1
  • alchermes 1 bicchierino
  • patate 500 g
  • sale
Istruzioni
  1. Cuoci le patate con tutta la buccia in abbondante acqua fredda.
  2. Sbuccia e schiaccia le patate, poi lasciale raffreddare completamente,
  3. Unisci la farina, lo zucchero e la scorza del limone alle patate.
  4. Sciogli il lievito nel latte tiepido.
  5. Impasta il composto di farina con le uova, il burro fuso, l' alchermes, il latte ed un pizzico di sale.
  6. Copri tutto e fai lievitare l' impasto fino al raddoppiamento.
  7. Ricava dall' impasto tante ciambelle della stessa dimensione e disponile ben allineate e distanziate le une dalle altre.
  8. Falle lievitare per circa un paio d' ore.
  9. Friggi le ciambelle in olio ben caldo e poi passale nello zucchero semolato.