Mar 302012
Razzle Dazzle, Bill Haley and The Comets
Uuuh! Avete riconosciuto la provenienza della ricetta dagli ingredienti?
Mia zia Rosi è tornata alla carica in questo blog con la ricetta della Pizza di Pasqua di Civitavecchia.
Ed ha più di cent’ anni!!!!
La ricetta, non mia zia, ma vi pare?!?
Mia nonna è nata a Civitavecchia, ultima di 9 figli (!!! fate un rapido conto di maritimoglinipotipronipotieccecc e spaventatevi), e per questo abituata alle grandi manovre in cucina, a non contare i posti a tavola, alla goia della condivisione.. così sono le mie zie (di cui mia nonna è a sua volta la zia) e mia mamma, dunque niente panico please: con tutti questi ingredienti vengono circa 6 pizze.. mica penserete di mangiarle tutte vero?!?!?!?!? parola d’ ordine: r-e-g-a-l-a-r-e.
Oppure potete trascinarvele fino al pic nic del 1° Maggio come facciamo noi. (Capita a volte che rileggendomi abbia l’ impressione di parlare come Buddy Valastro tra un po’ mi sentirete dire: è così che si fa nella mia famiglia, baby… a quel punto, regalatemi un libro, guardo troppa TV..)
La casa di mio nonno (bisnonno, veramente) Ennio si trovava alle spalle della Cattedrale di San Francesco (Civitavecchia) e lì vicino c’ erano tre forni: Papi, Baccari e Sacconi.
Nonna Lorenza (la mia bisnonna) preparava l’ impasto delle pizze, poi con le teglie coperte da teli di cotone si facevano delle vere e proprie processioni fino al forno a cui si portava 1 uovo (per ogni pizza) che doveva servire per la spennellatura e forse anche un po’ per dazio…
Le pizze vanno cotte negli stampi alti, come quelli usati per il panettone, e mentre ora possiamo scegliere tra stampi di carta monouso, alluminio ed antiaderenti, un tempo la nonna utilizzava come stampi i tegami di terracotta.
Poveretta, che scomodità, direte voi! Macchè. Con la pasta cruda che si incrostava alle pareti del coccio nonna Lorenza faceva la “pizza matta”, aggiungendo un po’ di zucchero, di strutto e qualche goccia di latte per impastare tutto quanto.
La pizza matta si preparava per riciclare gli avanzi e non sprecare neanche una briciola di impasto ottenuto con tanta fatica, ma soprattutto serviva a distrarre l’ attenzione dei più golosi che non vedevano l’ ora di mettere le mani sulle pizza di Civitavecchia che invece dovevano conservarsi intatte fino a Pasqua.
Le pizze andrebbero fatte riposare una settimana circa prima di mangiarle: si “asciugheranno” un po’.
Se come me avete le “fregole” o se le preferite morbide morbide come mio cugino Sergio.. buon appetito. E per il 1° maggio ci verrà in mente qualcos’ altro da portare al pic nic!
(fonte: zia Rosi che risponde al telefono alle 8.00 di un sabato mattina qualunque… ma noi due, zia, dormire un po’ di più nel week end no eh?!)
LA PIZZA DI PASQUA DI CIVITAVECCHIA | Print |
Tipo Ricetta: Lieviti
Autore: Serena Angelini
Ingredienti
- uova 10 +1 per spennellare la superficie delle pizze
- zucchero 1,8 kg
- anice 50 gr
- cannella 50 gr
- cacao amaro 50 gr
- pasta lievitata 1 kg (preparata con 650 g farina, 575 ml acqua, 20 g lievito di birra fresco)
- burro 400 gr
- strutto 400 gr
- lievito di birra 100 gr
- farina 3 kg
- vino 1\4 lt
- latte 1\4 lt
- ricotta 900 gr
- sambuca 2 bicchierini
- limone 1
- sale
Istruzioni
- Far macerare i semi di anice nel vino per un giorno intero.
- La sera prima preparare la pasta lievitata.
- La pasta deve essere molto lenta, tipo una pastella, per intenderci.
- Coprire con la pellicola e lasciar riposare la pasta per tutta la notte.
- Appena la pastella formerà delle bolle sulla superficie, aggiungere le uova precedentemente battute.
- Dopo un' oretta incorporare lo zucchero, il cacao, la cannella ed i semi di anice (vino compreso)
- Fondere il burro e lo strutto ed unirli al composto.
- Passata un' oretta, incorporare la ricotta, la sambuca, la scorza grattugiata del limone ed un pizzico di sale.
- Lasciar riposare l' impasto fino a sera.
- Unire alla pasta il lievito sciolto nel latte tiepido e la farina.
- Impastare energicamente il composto, e suddividerlo negli appositi stampi.
- Gli stampi ideali sono quelli che si usano per il panettone, e di carta sono sicuramente più pratici.
- Riempire gli stampi a metà, coprire con un panno pesante e far lievitare le pizze tutta la notte.
- Il mattino successivo, preriscaldare il forno a 150°-160°.
- Spennellare le pizze con l' uovo battuto.
- Quando il forno è caldo infornare le pizze e cuocerle per 45-60 minuti.
Con questa ricetta partecipo al contest Ricette di Pasqua dal Mondo:
17 Responses to “LA PIZZA DI PASQUA DI CIVITAVECCHIA”
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Ciao, grazie mille per la ricetta. La inserirò subito nella raccolta. Questo tuo racconto è molto simile a quello di mia mamma. Anche da noi per Pasqua si preparava il casatiello e lo si portava in processione fino al forno più vicino per farlo cuocere 🙂
Hai anche un blog molto bello 🙂 Complimenti
Grazie Paola! Forse le cose semplici ci rendono tutti meno lontani di quanto immaginiamo…
Morbide morbide… e possibilmente ancora calde di forno! Oppure, quando si sono asciugate, con la cucciolata dell’uovo di Pasqua o con la Nutella…
a zozzone… :O) comunque opto per la versione morbida appena sfornata pure io!!!
che belle queste ricette dal sapore antico!
non te l’ho ancora detto, ma il tuo blog è proprio bello bello! brava! buon weekend =)
:O)
Addirittura il cacao amaro….questa è una vera sorpresa……Per me è ancora una ricetta troppo difficile, ci proverà zia Patrizia.
Comunque fantastica….complimenti?!?!:-)
mi sembra di sentire l1odore bellissime ancora le devo fare ma hai aggiunto entusiasmo alla mia voglia di cimentarmi!!!!!
io te ne darei un po’ delle mie… ma qui nessuno molla l’ osso……
Ooh this looks gorgeous! It sounds like a lovely scented cake, perfect with a cup of tea. Or what would you drink with this in Italy?
I eat this special cake for breakfast on Easter morning, with tea or milk, with a slice of salami and a boiled egg! it looks amazing, right? but it’s delicious with salami!
l’uomo Del MONTE ha detto SI!!! senza nulla togliere alle grandi esperte della famiglia il babbo dice che questa e’ stata la pizza di
Pasqua piu’ buona che abbia mai mangiato! brava brava brava!!!!!!!!1
<3 però mi sa che è di parte...
Mbeh, che dire, quasi quasi mi commuovo… mia nonna era Umbra, Civitavecchiese di adozione, trapiantata a Roma, ma… ho i tuoi stessi ricordi… a Pasqua lei (che poteva muoversi poco a causa della sua malattia) trascorreva le giornate nella sua cucina, a fare pizze… e poi le affidava alle amorevoli cure di mio zio (panettiere) che le cuoceva nel forno del panificio dove lavorava.
Lui che bestemmiava in turco perché ogni anno il numero delle Pizze lievitava insieme a loro 😉 però che ricordi. Oggi le faccio io, che sono cuoca, e anche qui il numero “lievita” di anno in anno. Sono impegnative, ma nell’attesa c’è tutto il senso della famiglia, del rituale e della condivisione nel consumarle. La mattina di Pasqua. Quest’anno per la prima volta nella mia vita la trascorrerò altrove, dai miei suoceri, che non hanno questa tradizione… sarò un pò triste, mi mancherà il cioccolato caldo (per il dolce), la spremuta d’arancia (per il salato), la pizza di Civitavecchia, una Colomba, la Pizza al Formaggio Umbra (che faceva sempre mia nonna, e che oggi faccio io o mia zia) e poi salumi, uova sode, uova di cioccolato da scartare e … la coratella d’abbacchio coi carciofi per stomaci “strong” (mio papà!).
Ho scritto un poema ma era per dirti GRAZIE dei bei ricordi che mi hai fatto affiorare!
oh che bello leggere il tuo commento. ed è ancora più bello sapere che condividiamo parte degli stessi ricordi.
Amo alla follia queste pizze dolci, eppure lo sai che mi manca tantissimo una pizza al formaggio? di quelle un po’ salatine, saporite.. devo cominciare a mettermi alla ricerca della pizza salata perfetta :O)))
fortunata tu!
p.s.: carciofi ed abbacchio è un must anche da noi.. che dire, i nostri pranzi e le nostre colazioni potrebbero sovrapporsi.. :O))
ti abbraccio, buona Pasqua!!
Serena