Believe It Beloved, Fats Weller
Ecco, ci sono giorni in cui una si guarda allo specchio (ma anche no) e si pone delle domande di carattere esistenziale ma non del tipo chisiamodoveandiamodadoveveniamocosasaremoènatoprimaluovoolagallina.
Cose ben più importanti. Tipo: maforsedovreitagliarmiicapellinomagaribastalegarlieccosiperòpotreilegarliefarmibiondaotagliarliescurirlicertoquestagonnaladevodareviachesudimemettealmeno5kginpiehsìsìsìsìsìdevesserecolpadellagonnacertocheècolpadellagonnano?
Ecco, io un giorno così ce l’ ho più o meno (facendo un rapido calcolo) 356 giorni l’ anno, tranne ogni quattro anni quando i giorni sono 366. Anche il trecentosessantaseiesimo.
Sempre in discussione, sempre alla ricerca di un miglioramento che spesso porta ad un drastico peggioramente del mio aspetto o dell’ aspetto dell’ ambiente in cui vivo e quindi del mio umore.
Questo per dire che di stupidaggini ne ho fatte e ne continuo a fare con una certa determinazione ed orgoglio.
Mi rendo anche conto che a qualcuno potrò sembrare una persona incostante, indecisa o persino incoerente. Bravi!! E’ proprio così!!
Tuttavia ci sono alcune cose che nel tempo ho fatto mie, che non cambiano mai e che nonostante il Carnevale di Rio che mi trascino dietro in qualche modo riescono a caratterizzarmi.
Per dire, non uso profumi, neanche 2 gocce di Chanel n° 5, saranno circa 15-20 anni che metto un olietto alla vaniglia che mi fa profumare come una via di mezzo tra un bimbo in fasce ed un croissant, i miei vestiti sono indiscutibilmente vintage o almeno lo stile è quello di una signorina a cavallo tra gli anni 50 e 60 (sì, esco col cappellino col fiocco, con le gonne larghe o i tubini colorati); ora, quando sono indecisa su qualche abito da comprare, vi svelo un trucco, mi domando sempre: “Audrey Hepburn, lo metterebbe? Sinceramente?” Se la risposta è no, lo lascio lì. (Che poi magari se dopo 30 minuti sto ancora pensando a quell’ abito torno indietro e lo compro lo stesso eh..).
In cucina mi piacciono tanto le vecchie ricette, di tradizione (riesco ad essere vintage pure lì.. tipo la signora che sorride sulla confezione del dado Knorr..), anche un po’ rustiche perché no.
Perciò quando Annarita mi ha chiesto “Se fossi un dolce che dolce saresti?” sono quasi caduta dalla sedia. Ma dico, io che di certezze ne ho proprio poche e conquistate a fatica, come faccio a sapere che dolce sarei?
Poi l’ illuminazione. Se fossi un dolce sarei sicuramente un dolce rustico, perché come dicono i miei amici io ho l’ animo di una tagliaboschi (altro che raffinatezza audreyana..), magari un bel dolce da forno, di quelli che puoi comprare in un forno di paese e sbocconcellare di ritorno a casa. So come intrattenere e tenere compagnia io!
Sarei sicuramente un dolce “riciclato” perché ho la brutta abitudine di recuperare abiti, mobilia, oggettistica d’ altri tempi che magari non suscita più l’ interesse di nessuno (animo da rigattiere?!), così avevo una confezione intera di datteri avanzati e li ho usati.
Di zucchero poi, ne ho a tonnellate nel sangue, così se proprio devo essere un dolce.. almeno senza zucchero!
Se fossi un dolce sarei un biscotto. Anzi, tanti biscotti. Non una torta intera. Perché vado presa a piccole dosi per evitare di suscitare isterismi ed istinti omicidi a chi mi sta vicino. Un biscotto al giorno……… e fate un po’ voi.
Infine, un biscotto morbido perché io a vedermi proprio non rimando all’ idea di croccantezza…..
Ultima ma non ultima una piccola riflessione sulla ricetta in sé per sé considerata.
A dirla tutta, più che biscotti potrebbero essere considerati dei pasticcini, leggeri nel peso e quasi un po’ “sfogliati”, non hanno insomma la consistenza di un classico biscotto morbido da latte.
Non c’ è zucchero perché i datteri sono già molto dolci, e le noci pecan creano un bel gioco di consistenze.
Secondo me verrebbero bene anche con i fichi secchi e le nocciole o le albicocche secche coi pinoli.. casomai ci fosse qualche altro avanzo in dispensa…
PASTICCINI AI DATTERI E NOCI PECAN | | Print |
- farina 200 gr
- lievito vanigliato 1
- burro 70 gr
- latte 60 gr
- uova 1
- datteri già denocciolati 220 gr
- noci pecan 20
- sale
- Preriscaldare il forno a 180°.
- Amalgamare la farina con il lievito ed un pizzico di sale.
- Impastare la farina insieme al burro morbido, l' uovo battuto ed il latte.
- Incorporare al composto le noci spezzettate ed i datteri tritati grossolanamente.
- Ricavare dall' impasto 20 pasticcini e disporli ben distanziati su una placca rivestita di cartaforno.
- Infornare i biscotti per 20 minuti.
Con questa ricetta partecipo al contest di Annarita- Il Bosco Di Alici:
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14 Responses to “The Perfect Bite : : PASTICCINI AI DATTERI E NOCI PECAN”
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Ma se ti dico che ho a casa un bel chiletto di noci pecan e che stavo cercando un modo “appropriato” per utilizzarle tu mi credi, vero? Non so come dire ma, ogni tanto, apro il tuo blog e trovo la risposta giusta!
Buona giornata cara signorina.
uuuh lo vedi il potere della telepatia? incredibile vero? chissà che farai con tutte le altre noci pecan che ti avanzeranno! ma tu hai sempre delle buonissime idee, ed io sono stracuriosa di scoprirle!
bacioooone
Non so da dove cominciare. Inizio dicendo che, come al solito, nonostante l’insicurezza, riesci sempre a fare tutto bene. Bello il post, i pasticcini (fa più Audrey) e le foto. Proprio perchè sei tante cose insieme, io ti avrei visto come un cheesecake, con gusti e consistenze diverse. I dolcetti con datteri e pecan però ti assomigliano di più perchè oltre ad avere lo stesso effetto del cheesecake hanno un che di rustico e quel non so che di esotico che ti contraddistinguono. Vabbè che eri dolce lo sapevo, basta vedere lo sguardo che hai nelle foto e ora lo confermano anche le analisi -:((((. Perciò brava e grazie di esserci sempre. Buona giornata.
una cheeeeeeeesecake :O) mica male lo sai? penso che potrei abituarmi all’ idea di essere una cheesecake.
sono contenta di aver preso parte alla tua “festa” sul blog.
un abbraccio forte forte signora mia!
ahahah!! Se abitassimo vicine diventeresti una delle mie migliori amiche! 🙂 MI fai troppo ridere e aumenti il livello di endorfine nel mio sangue!
Bei biscotti, calzano a pennello come un tubino dell’inarrivabile Audrey!
Baci
ahahahahah… sei tu che fai ridere me!!! :O)) se continuo a mangiare biscotti vedrai che non mi entrerà nulla, semmai sembrerò io un tubo… @_@
smack smack
ahahah mi hai fatto fare un sacco di risate.
Una dote ce l’hai di sicuro ed è l’autoironia e mi piace quando ci giochi su (lo so che ora dirai che non stavi mica giocandoci su e che è proprio così. Ed io ci crederò 🙂 ).
Sui biscotti, che dire? Se non che mi torna in mente l’altro commento, la zucca, il parrucchiere, che poi mi sono ritrovati qui ahahah
A parte tutto, condivido in pieno, la ricetta, la scelta, le alternative.
Fabio
nooooooo niente capelli color zucca stavolta grazie al cielo!! però anche te mi hai fatto ridere al pensiero di averlo sospettato.
ad ogni modo sì, sono molto autoironica, ma come dici tu, c’ è poco da ironizzare in questo caso… le cose stanno proprio così. ecco. :OP
un abbraccio a voi!!!
mi ero persa questo post… mi hai fatto divertire un sacco! bella l’immagine del “carnevale di Rio” che ti porti dietro! e la ricetta, inutile dirlo, mi ha conquistata: adoro i datteri. baci
eheheheheh ma è proprio così ahimè… una vita surreale..
poi ecco, ma chi potrei conquistare se non te che sei dalla pate dei pasticcini??? :O))
complimenti, un bellissimo blog scoperto per caso tramite un contest.
Da oggi ti seguo più che volentieri… bellissimo davvero!!
latonnina.blogspot.it
ciao cara! ti ringrazio davvero :O)) e benvenuta soprattutto!
bacioooo
che gola che mi fanno adoro i pasticcini!
ciao Elisabetta!! a quest’ ora poi…