Loving People Through Food
Feb 082013
 

Sing Sing Sing, Benn Goodman

Non ci ho pensato su due minuti. Ricevere comunicazione che avrei dovuto passare due giorni a Milano e prenotare una cena da Cracco, la stessa cosa.

Curiosa, eccitata e saltellando mi sono presentata al civico 4 di via Victor Hugo con quasi mezz’ ora di anticipo… dilettante… Un respiro profondo, un’ aggiustatina alla sciarpa, liscio il cappotto ed entriamo.

L’ ambiente è rigoroso, pulito, essenziale, decisamente formale.

Il personale è discreto, formale e professionale, attento e sempre presente (anche troppo eh! Al bagno vorrei anche poterci arrivare da sola, non mi devi accompagnare fino all’ ascensore e aspettarmi all’ uscita..), non manca di versare dell’ acqua o il vino poco prima che finisca, non assilla con quei “tutto bene?posso?prego? ecc ecc..” eppure ha sempre ogni cosa sotto controllo.

Una macchina da guerra, un orologio in cui ogni meccanismo funziona perfettamente, e, a confronto la mia cucina è chiaramente uno di quegli orologi che quando li rimonti funzionano ma chissà per quale motivo ti è rimasto un ingranaggio, una vite o un bullone in mano..

Un aperitivo, qualche bollicina e siamo pronti ad ordinare.

Ho scelto di fare un menù degustazione, in realtà proprio per non dover scegliere troppo e poter assaggiare più cose possibili.

Nel mentre che siamo impegnati a sgranocchiare delle piccole foglie in tempura si palesa lui..

Quasi non credevo ai miei occhi se non mi avesse riportata alla realtà una vecchia signora che due tavoli più in là si è messa a cinguettare Càààààrlo! Caaaaaaro. Càààààrlo! Evvabbè l’ abbiamo capito che è amico tuo, ma lasciaci parlare  un po’ anche noi..

Carlo Cracco, una persona amabile, cordiale e, non ci crederete, persino sorridente! Credo di averlo visto più sorridere di quanto lo abbia sentito parlare. Nonché un bellissimo uomo, posso giurarlo….

Così in preda all’ estasi totale, ho cercato conforto nel cibo, convinta che qualcosa di “concreto” potesse riportarmi alla realtà.

Povera illusa.. l’ intera cena è stato come un viaggio, una fiaba, qualcosa di surreale. Ma bello.

Trippa di baccalà con coniglio e uova di salmone, gamberi rossi con nocciole bollite e infuso di camomilla(i-n-c-r-e-d-i-b-i-l-e), ravioli di lingua di vitello con limone e curcuma (che profumo..), tagliolini al tuorlo d’ uovo croccanti con tartufo essiccato da mangiare con le mani, così colorati che era un peccato toglierli dal piatto!

Salmone marinato e foie gras, insalata di prezzemolo con capesante e lingue d’ anatra, lenticchie con castagne essiccate  e cicale di mare, panino di seitan leggero e croccante con insalata e bresaola di agnello, piccione allo spiedo con salsa ai cachi..

Per finire la frutta essiccata leggera e trasparente eppure con un sapore di frutta così intenso, nocciole al cacao e mandorle zuccherate, krice ovvero riso soffiato e cacao servito nella sua scatolina e sottovuoto, cannoli di zucchero con crema al martini dry..

Come tutte le favole, anche la cena da Cracco doveva finire, eh, le cose belle non durano.. per quanto non possa certo lamentarmi.. ci siamo seduti alle 20:15 e siamo usciti alle 00:30!!

Prima di andare via però, un giro per le cucine e qualche parola con Matteo Baronetto, sous chef e vero braccio destro di Cracco da quasi 20 anni.

Mi ha detto che in cucina il segreto è parlarsi (come nella vita del resto mi verrebbe da aggiungere).. ma allora come mai io lì nel mezzo sono rimasta senza parole?!?!

Le cucine di Cracco sono proprio come le immaginavo. Pulite, ordinate, è come stare a teatro con le stoviglie che suonano una musica dolce e cuochi e assistenti che ballano leggeri senza intralciarsi, senza salire gli uni sui piedi degli altri..

Ecco, a tal proposito ne approfitto per suggerirvi la possibilità di prenotare (con un certo anticipo però) un tavolo per massimo 4 persone nella cucina. Si, proprio nel bel mezzo della cucina e separato da questa con una vetrata è possibile cenare, osservare i grandi all’ opera, capire o semplicemente curiosare un po’ da vicino quello che c’ è dietro la grande magia…

Bè, alla fine che dire, è stata un’ esperienza “stellare”, anche se tutto considerato non mi dispiace tornare a rilassarmi un po’ anche a tavola.

E’ che a me tutta quella compostezza, tutta quella infallibile precisione, tutte quelle signore sui tacchi altissimi e dai capelli liscissimi che probabilmente pur di non scomporsi neanche masticano ed inghiottono tutto intero, ecco, a me un pochino imbarazza. Perchè la verità è che a me non interessava niente di guardarmi i capelli allo specchio ogni 5 minuti, o di sbattere le ciglia riflettendomi sulla lama del coltello, io ero lì felice col cuore che batteva all’ impazzata per la gioia di avere l’ opportunità di aprire la mente, pronta ad accogliere tutto quel turbinio di sapori, profumi, accostamenti che mai avevo avuto l’ occasione di abbracciare Per quanto non fosse la prima voltache mi sedevo ad una tavola “importante”, ma ogni chef ha un animo suo.

Come dicevamo con Roberta andare a cena da Cracco è stato bello, ma è come mettere un bel vestito da sera. Magari aspetti tutta la settimana il grande evento, ti senti una regina, pensi che un abito così bello non vorresti toglierlo mai eppure in fondo al cuore sai bene che i tuoi amati jeans sono lì nell’ armadio che ti aspettano e sei altrettanto consapevole che non c’ è niente di più comodo al mondo.

 

RISTORANTE CRACCO

Via Victor Hugo,4 20123 Milano

Tel:  02 876774 – 335 1635738

e-mail: info@ristorantecracco.it

Orari di apertura:Pranzo: dal martedi al venerdi dalle 12:30 alle 14:30

Cena: dal lunedi al sabato dalle 19:30 alle 23:00.

 

Il prezzo del menù degustazione “creativo” che ho fatto io: 160 euro escluso bevande e aperitivo (circa 20 euro).

La signorina Pici e Castagne

  28 Responses to “Snippets Of Our Life : : CARLO CRACCO.”

  1.  

    esperienza sublime direi!! Un abbraccio SILVIA

  2.  

    La penso esattamente come te. La perfezione mi intimorisce probabilmente perchè , nel mio caso, mi fa sentire fuori luogo e dopo un pò mi stanca . Esperienza bellissima ….da fare ogni tanto. ……e poi quelle chiappe sul tavolo a me non andate proprio giù, mi è sembrata una caduta di stile notevole. Ciao cara.

    •  

      Annarita, sai che è proprio questo il problema? che lui di stile ne ha da vendere, ecco perchè c’ è stata una caduta. non ne avesse avuto, poco male.
      Come dicevo l’ altro giorno ad un amico, deve essergli andato lo “scalogno” di traverso, e questo lo rende molto meno “fico”…….
      bacioooooo

  3.  

    Sai che non aspettavo altro che leggere il tuo racconto vero? 🙂
    Sai che ti invidio tantissimo vero? 🙂
    Posto che purtroppo non mi posso permettere troppi ristoranti importanti e Cracco è uno di quelli (tanti, troppi per le mie tasche) che sogno, posto che io e mio marito ci siam promessi che almeno uno ce lo concederemo a breve, ti dirò che non mi sento come te e Roby… Non mi sento sicuramente come le signore dai tacchi alti che vanno sempre a mangiare in questi posti (no no non è proprio il mio genere!), ma a me piace questo genere di cucina, anche non stellata, ma un po’ meno casalinga, perché a mangiar bene ci sono abituata (e con questo non voglio dire di essere brava io eh! solo che anche andando per ristoranti non è cosa così difficile trovare un posto in cui si mangi bene) e quando vado fuori ho bisogno di trovare l’arte, lo studio degli ingredienti e delle combinazioni, perché ho bisogno di quell’ispirazione di cui parlavo qualche tempo fa sul mio blog, parlando di libri di cucina…quel tipo di cucina mi mette voglia di tornare a lavorarci, di alzarmi dal tavolo, indossare la divisa e passare al di là dell pass, in quello che ho sempre considerato il mio mondo. Ecco perché i vostri racconti mi fanno commuovere: sì perché vorrei provare la cucina di Cracco, ma ancora di più perché vorrei lavorarci 😛
    Grazie per il tuo racconto, tesoro! Ti abbraccio :*

    •  

      Eli, cara!!!
      guarda, l’ imbarazzo non è nei confronti della cucina, semmai lì si tratta di timore reverenziale, di pura ammirazione, di rispetto.
      Quello che imbarazza me è tutto il contesto. Il tipo all’ entrata che lancia le chiavi della sua Porsche, parcheggiata sfrontatamente davanti al passo carrabile, al cameriere dicendogli di spostarla, la signora che non fa altro che starnazzare durante tutta la cena (che sia da gente così che Carlo abbia tratto ispirazione per il tuorlo d’ uovo marinato???), non so come dire.. è tutto il contesto che si è ritagliato.
      Probabilmente se avessi cenato nel tavolo in cucina tutto questo andirivieni non l’ avrei subito, saremmo stati io ed il cibo solamente.
      E poi non ti dico che marionette per fare le foto, per non sembrare una giapponese che per la prima volta vedeva il Colosseo, continuavo a nasconderlo sotto il tovagliolo.. i camerieri avranno pensato che volesso rubarmi le posate (a proposito belle anche quelle… eheh).
      Quanto a lavorarci per, alla truffle experience di cui parlavo nello scorso post “del venerdì” ero con Loretta Fanella, lei è una grandissima pasticcera ed ha lavorato ANCHE con Cracco.. avresti dovuto parlarci tu. :O)
      ti abbraccio e ti bacio ti abbraccio e ti bacio ti abbraccio e ti bacio :O))))))

  4.  

    Una volta nella vita da Cracco bisognerà andarci…
    Mi è piaciuto molto il tuo resoconto e, come te, sarei imbarazzata anche io nei confronti di cracco e della sua squadra (come dicevi tu timore reverenziale) e mi sentirei un po’ a disagio per il contesto un po’ rigidino…
    però mangiare nelle cucine… ma quanto costa??

    Grazie mille adesso so che DEVO andarci al più presto!
    bacino!

  5.  

    Con mio marito siamo d’accordo da tempo che nel nostro prossimo viaggio a Milano ci sta una cena da Cracco. Mi è piaciuto come hai raccontato la tua esperienza. Certo che in una cena così, oltre al menu è importante sentirsi anche a proprio agio e non è detto che un ristorante iper stellato non possa dare anche questa componente che secondo me è importantissima. Quindi forse dovrebbe curare anche quell’aspetto, anche se forse è anche il tipo di clientela che ci mette del suo.
    Di Cracco ho un’ottima opinione come chef e mi piace anche come uomo (se poi mi confermi che dal vivo è bello quanto o forse più che in tv…). Ultimamente ho avuto però un po’ di problemini con il suo libro e mi ha fatto un po’ arrabbiare 😉
    Ciao cara, buon fine settimana!

    •  

      pensa che io il suo libro neanche ce l’ ho :OP
      probabilmente la colpa è mia che mi sento sempre a disagio in certi contesati.. ecco, magari sono una più a suo agio con un panino con la porchetta che ne so… :O) però hai ragione sul fatto che i clienti fanno la parte loro, probabilmente più di quanto non faccia lui che anzi è molto cortese e “morbido”, nel passare tra itavoli e dispensare grandi sorrisi..
      buon we!!

  6.  

    Cara Sere, aspettavo questo post!! Sono d’accordo con te su tutto, anche perchè ho vissuto l’esperienza stando seduta in cucina e l’atmosfera è decisamente diversa. Ho trovato molta cordialità e attenzione, un po’ di formalismo ma in un ristorante stellato ci sta anche quello. Sono anche d’accordo su quanto hai scritto a Elisa: non si tratta di essere in soggezione davanti al cibo, ma nell”ambiente così distante dal nostro stile di vita (se potessi andare da Cracco tutte le sere probabilmente mi abituerei anche a quello). Il cibo che propone è come un viaggio: esperienza ad alti livelli, emozione, curiosità, novità ma alla fine si ha voglia di tornare a casa. Sono convinta che Cracco nella quotidianità mangi pasta al pomodoro! 🙂
    La prossima volta ci andremo insieme.
    baci

  7.  

    però!!!!! Almeno due volte l’anno passo davanti al quel civico 4 ma è sempre mattina troppo presto per il pranzo e tutte le volte penso che prima o poi entrerò….

  8.  

    Cavolo, già qualcosa ti ho detto in FB e tanto altro vorrei dirti a proposito di questa cana, ma mica posso riempire un foglio A4!!! Dico solo che sono estremamente rallegrata dalla possibilità di mangiare/gustare un cucina, questo mi piace di più che non starmene in sala a farmi servire e riverire. La Cucina con la C maiuscola è il cuore che pulsa e lì bisogna stare per godersela bene, da amanti del cibo come noi siamo. E poi…la prossima volta vorrei vincere questa assurda timidezza che mi impedì di chiedere, dire o essere me stessa semplicemente.
    Ti mando un abbraccio e chissà che questa esperienza possa realizzarsi nuovamente quanto prima!!
    Vale

    •  

      bè direi che considerata l’ intenzione di Roberta di tornare da Cracco, il prossimo incontro tra blogger lo organizziamo lì :O))) eheh, mica sarebbe male….e poi, l’ unione fa la forza, e il rischio semmai sarebbe di invadergli la cucina! :OP
      un bacione!

  9.  

    ho adorato la tua recensione sul ristorante Cracco.. avevo qualche dubbio se andarci o no e ora non ne ho più! lo devo provare assolutamente 🙂 appena possibile.. voglio andarci!
    hai un blog splendido e le tue ricette sono favolose.. continuerò a seguirti!
    baci

  10.  

    Non so se ti voglio più bene…sei venuta senza nemmeno dirmelo :(((((

  11.  

    Aspettavo questa recensione e quasi me la stavo perdendo 🙂
    Andare in questo tipo di ristorante è sempre un’esperienza. Personalmente non amo troppo l’esasperazione, in cucina anche. E a volte devo dire che sono rimasto profondamente deluso. Aspettavo il botto da un momento all’altro, ma niente, se non qualche sussulto. Solo una volta mi sono trovato a vivere una vera e propria esperienza più che una cena.
    Anche a me l’ambiente imbarazza sempre un po’, come l’eccessiva premura ed attenzione. Ma per fortuna poi, da amante del mangiare in genere, riesco a vivere pienamente l’esperienza isolandomi dal resto, per quanto possibile.
    Dalle foto sul suo libro e dalle tue, all’aspetto, non tutto mi entusiasma, anzi. Ma so che al palato tutto rende sicuramente meglio.
    Fabio

    •  

      eh no perchè anche qui l’ esasperazione non è eccessiva.. gli abbinamenti audaci ma non esagerati. ecco.
      io mi isolo sì, ma poi tra una portata e l’ altra vivo dei momenti di lucidità in cui mi metterei a tirar coltelli.. poi mi ricordo che sono a tavola e non al circo…… :O)

  12.  

    Altra cosa. Concordo pienamente con la scelta del menu degustazione per tanti motivi.
    Perché a conti fatti, economicamente conviene.
    Dà la possibilità di farsi un’idea complessiva della cucina e della storia personale di uno chef.
    Proprio considerato che spesso ci si va perché ci si trova in quella città e non capita tutti i giorni, né è possibile tornarci quando si vuole.
    E poi credo che anche qui ci sia il menu in regalo che è sempre un bel ricordo.
    Fabio

  13.  

    Un sogno!!! grazie per il meraviglioso racconto 🙂

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